Il segreto del peso dell'oro

Il segreto del peso dell'oro
Un avvincente giallo tra passato e presente. Protagonista ancora una volta l’affascinante direttrice di un museo siciliano, Isabella De Clio, alla ricerca della corona d’oro che diede origine alla famosa scoperta del peso specifico da parte di Archimede.
Protagonista una donna, Isabella De Clio: moderna, colta, libera, direttrice d’un museo. In una normalità fatta di gesti misurati, di parole sobrie, di pulsioni controllate, s’inserisce una vicenda eccentrica, legata al fortuito ritrovamento di alcuni papiri del III sec. a.C., probabilmente scritti dal grande Archimede, il sommo scienziato siracusano che si oppose, con le macchine di sua invenzione, alla conquista della sua città da parte dei romani. E la storia si sdoppia: da un lato il racconto di come Archimede cerchi di mettere al sicuro le sue carte e un oggetto di grande valore, dall’altra parte gli intrighi di chi quei reperti trova e cerca di sfruttare per ricavarne ricchezza e anche gloria. Nella vicenda si trova coinvolta Isabella De Clio, direttrice del museo di Avola, che viene a conoscenza della scoperta dei papiri e degli altri oggetti e cerca di ricondurre alla normalità una vicenda che presto si colora di giallo per via di due morti ammazzati, con conseguenti colpi di scena dovuti all’intervento di personaggi ambigui e con pochi scrupoli. Il tutto ambientato tra Catania e la cuspide sud orientale della Sicilia, descritti con sobria eleganza, gli stessi luoghi che furono di Archimede e della grande Siracusa, esaltata dagli storici antichi come la città più bella del Mediterraneo, depredata infine, dopo un assedio di anni, dalle legioni romane guidate dal console Claudio Marcello. Anche qui una contrapposizione: lo scienziato Archimede che cerca disperatamente di salvare il frutto delle sue ricerche e, dall’altro lato, la logica predatrice del conquistatore. Oggetto del contendere, nel passato come nel presente, una corona d’oro che diede origine alla famosa scoperta del peso specifico, passata alla storia come principio di Archimede, il quale, schizzato fuori dal bagno, si slanciò per le strade di Siracusa e, nudo com’era, ripeté a voce alta la famosa parola “eureka”. (Domenico Seminerio)